26 novembre 2008
LA GUZZANTI ALL'UNIVERSITA'
Raimondo abitava in una casa bellissima in piazza Duomo a due passi dall'Università. Al suo appartamento, una mansarda, ci si arrivava dopo un'infinità di scalini ed era pieno di fascino, di libri e di ordine. La divideva, la casa, con un giovane ricercatore di colore gentile ed educato. Allora (era il 1968!) di studenti di colore non ce ne erano molti, anzi. Quello era forse il solo che circolasse per Trento. Raimondo era un giovane assistente di sociologia urbano rurale e in molti vedevano in quella condivisione di casa una specie di superiorità rispetto ad altri. Lo si vedeva sempre in università, in biblioteca, nelle aule dei professori. Tutto intorno, il gran casino di quel momento irripetibile. Mi piaceva il fatto che ne fosse quasi indenne.
Ieri ha detto - di tempo da allora ne è passato molto -, che Sabina Guzzanti ha violato, con la sua satira, la sacralità dell'istituzione universitaria che l'ha ospitata, su invito di un'altra istituzione, il Comune di Udine, per un suo concione.
Senza entrare nel merito dell'opportunità o meno della contestazione di un insegnante che non ha mai contestato se non percorrendo dei tortuosi percorsi intellettuali - discutibili, ma comunque intellettuali -, vedere quell'ex giovanotto con le braccia alzate che difendeva il territorio della cultura, mi ha fatto tenerezza. Anche lui ha finalmente contestato: è passato dalla parte di noi ex studenti. Tardivamente ma l'ha fatto. Mentre noi sonnecchiamo stanchi, e che accada quel che accade.
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