15 novembre 2008

CONSIGLI PER HONSELL

NEW YORK - In tempi di crisi, con la disoccupazione più alta degli ultimi 14 anni, da ieri si è aperta la corsa per conquistare gli 8mila posti di lavoro disponibili nella nuova Amministrazione di Barack Obama. Ma per averne uno bisognerà dimostrare di essersi sempre comportati benissimo: aver pagato i contributi alla baby sitter dei bambini, non aver preso troppe multe, non aver spedito e-mail che possano risultare imbarazzanti per se stessi o per il presidente e non avere nessuno scheletro nell'armadio.
Le posizioni messe al bando sono quelle che verranno lasciate vuote dopo la partenza da Washington di George Bush e dei suoi fedelissimi. E' il meccanismo dello spoil system, che ad ogni cambio di presidente rinnova i quadri di una parte consistente dell'Amministrazione, creando una migrazione ordinata che dura più di due mesi.
Questa volta Obama ha deciso di accettare le domande anche su internet e sul suo nuovo sito change. gov si trova la richiesta da compilare per sperare di far parte della sua squadra. A correre saranno soprattutto le migliaia di persone che hanno lavorato per la campagna del senatore democratico e ora vogliono seguirlo alla Casa Bianca. La descrizione nei particolari di ogni posizione disponibile, dalle mansioni alla retribuzione, è contenuta in un libro di 209 pagine: il Plum Book, chiamato così per il color prugna della sua copertina, che viene pubblicato ogni 4 anni dopo le elezioni fin dai tempi di Eisenhower. Un terzo delle posizioni non sono realmente in concorso, perché la scelta viene fatta direttamente dal presidente che valuta le candidature e sceglie chi è più consono ai bisogni della sua squadra. Ma anche per gli altri posti è difficile immaginare che chi non ha nessuna relazione con i democratici e la campagna di Obama possa farcela, visto che l'appartenenza politica alla fine è determinante.

Questa volta poi, per evitare spiacevoli sorprese è stato varato un questionario di 13 pagine con 63 domande a cui deve rispondere chi voglia avere un posto nell'Amministrazione. Non si era mai visto un interrogatorio più dettagliato. Non si chiede solo, come di prassi, se il candidato ha precedenti penali o se ha lavorato per conto di una lobby, ma viene chiesto di dichiarare qualunque comportamento possa essere fonte di scandalo: la nazionalità della baby sitter dei figli, se le si pagano i contributi; se si hanno mai avuto multe sopra i 50 dollari; se si ha una pistola in famiglia; se si tiene un blog, una pagina su Facebook o un diario in cui si sono fatte dichiarazioni che se diventassero di dominio pubblico potrebbero mettere in imbarazzo il presidente. Tutto per evitare poi un calvario di retroscena e scandali e gli errori del passato, quando candidati considerati fortissimi franarono per piccoli scandali, come successe ai due candidati ad essere ministro della Giustizia con Clinton nel 1993 che naufragarono proprio perché avevano immigrati illegali che lavoravano nelle loro case.
In tempi di crisi e scandali finanziari le cose sono ancora più delicate e così Obama vuole sapere se il candidato o membri della sua famiglia abbiano mai lavorato per una delle istituzioni finanziarie che sono state salvate con i soldi pubblici, dal colosso assicurativo AIG ai giganti del mutuo Fannie e Freddie Mac. E vuole essere messo al corrente di ogni associazione, azienda, club, circolo, partito politico, organizzazione non governativa, religiosa o di beneficenza a cui si è stati iscritti.
Viene chiesto poi di fornire tutti i curriculum e le biografie che una persona ha presentato negli ultimi dieci anni, dettagli sulla vita e la professione di mariti e mogli, ogni guadagno, dichiarazione dei redditi e proprietà immobiliare, e infine si chiede di interrogarsi bene se si è mai fatto qualcosa che potrebbe rappresentare un conflitto di interessi con la nuova Amministrazione. Infine bisogna pure fare l'elenco di ogni regalo di valore superiore ai 50 dollari che non sia arrivato da un parente o un "amico personale di lunga data".
Ogni candidatura verrà vagliata dall'Fbi e poi dalla Commissione etica del governo, insomma un esame a cui c'è da chiedersi quanti potranno sopravvivere.
Tra i lavori messi al bando si scoprono, oltre ai più noti e scontati, decine di mansioni oscure e perfino curiose: dai tre posti alla commissione per i mammiferi marini (stipendio di 100mila dollari l'anno), all'incarico di capo staff della commissione che si occupa degli strumenti finanziari - uno tra i più pagati (221mila dollari) - , fino alla posizione meno remunerata quella di membro part-time della commissione per la ricerca sull'Artico che prende solo 571 dollari all'anno.
Per le centinaia di lavori curiosi descritti nel libro uno sembra mancare, ironizzava ieri il Washington Post, il consulente per tutti i repubblicani che devono lasciare la scrivania e trovarsi un nuovo lavoro.
da La Repubblica del 14.11.2008

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