3 dicembre 2008

NATALE A UDINE


Il ragionier Fantozzi l’avrebbe definito una boiata pazzesca. Il riferimento è al macabro scheletro di albero di Natale piazzato davanti al Duomo di Udine e subito affrontato dai cani di passaggio come una palizzata per agility dog. Ma questo passa il convento (Comune) da qualche anno a questa parte perseguendo la bizzarra idea che da queste parti del Natale ce ne facciamo un baffo e che vadano retro le pigne di Villaco, le ghirlande di Salisburgo per non parlare dei festanti abeti del trentino o di quei pazzi di newyorkesi che, oltre a farsi ammazzare per comprare un articolo in saldo nel venerdì nero, accendono talmente tante lucine che se poi non firmano il protocollo di Kyoto è per coerenza pura.
Lasciamo stare il milione di led del Rockfeller Center e lasciamo pure perdere quei miscredenti e abeticìdi che sono i veneti e i trentini e su su fino oltre il mar Baltico, ma un albero natalizio, diciamocelo, non si dovrebbe negare a nessuno.
E sì che pensavamo di aver toccato il fondo l’anno in cui, in occasione del Natale, piazza San Giacomo era stata trasformata in una macabra vasca blu con luci stroboscopiche da discoteca albanese che se appena appena ci passava un tizio con problemi di neuroni cadeva dritto nella vasca vuota in piena crisi epilettica.
L’attrezzo spuntato in piazza Duomo altro non è se non la continuità con quell’epoca, diciamo da Cecotti in poi, che ha visto sparire da Udine gli alberi di Natale che sono, per chi non lo sapesse e lavora a Palazzo D’Aronco, quelle conifere sulle quali degli esseri ingenui e certamente limitati d’intelletto da qualche secolo (Riga, Lettonia, 1510 dC) usano appendere palline colorate, lucette, fili d’oro e d’argento. Mettere un abete in un vaso (noi poveretti generalizziamo e diciamo tradizionalmente ancora “pino”) o in un traliccio in grado di reggerlo per poco più di un mese per poi ripiantarlo magari al parco del Cormor, deve sembrare ai nostri amministratori pura follia o qualcosa di demoniaco associato a quello smandrappone di Haider che per qualche anno ci ha mandato un pino vero dalla sua regione e con quella punta in aria in piazza Libertà sai tu che cosa voleva che evocasse.
Nel dicembre del 2007 si è rischiata una guerra (da quelle parti hanno il grilletto facile) tra la Moldova e la Transnistria a causa di un albero di Natale sottratto dalla piazza nientemeno che dal presidente di una di quelle sedicenti repubbliche. Noi crediamo che se il magnifico sindaco in persona e nottetempo volesse disfarsi dell’orrido orpello, troverebbe una cittadinanza grata disposta a offrirgli clandestinamente una fetta di panettone sotto un autentico, sia pur agè, albero di Natale. Merry Christmas to you.

3 commenti:

  1. forse avrebbe una sua utilità calando con una fune il sindaco Honsell fino a toccare la punta dell'albero...

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  2. Ditelo anche voi che vogliamo un albero "normale". Noi in Consiglio ci abbiamo provato...

    Un saluto,
    Fabrizio

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  3. E' sorprendente che l'amministrazione comunale di Udine difenda un pacchiano errore come quello costituito dalla realizzazione di un "traliccio di Natale" in piazza Duomo. La generalizzata contestazione popolare non nasce infatti da opinioni diverse da quelle del Sindaco e della Giunta, ma dalla constatazione oggettiva che in Piazza Duomo si è installata una bruttura che viola l'ambiente che la circonda, lo spirito del Natale, la tradizione e soprattutto il buon gusto.
    Si potrà obiettare che in fin dei conti non si tratta di una questione essenziale per la città. E' vero. Tuttavia se la Giunta comunale non sa risolvere un problema semplice come quello dell'albero di Natale, figuriamoci che cosa combinerà quando dorà affrontare i temi più urgenti e importnti per Udine. Forse sarà per questo motivo che non li affronta.
    Gianni Nistri

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