23 dicembre 2008

DIMENTICARE ENGLARO


Cronaca di una triste cronaca. Beppino Englaro vuole dare seguito alla sentenza della cassazione che rende legittima la sospensione dell'alimentazione a sua figlia. I giornali ne parlano da mesi. Tutti conoscono la vicenda in ogni dettaglio. Beppino Englaro è friulano d'origine, conosce Ferruccio Saro e conosce Renzo Tondo. In qualche modo entra nella vicenda Toni Agosto, charmant proprietario della Clinica Città di Udine e ottimo pr.
Dichiara di essere disposto a procedere (l'opinione pubblica sino a questo punto ritiene che sarà sufficiente togliere il sondino....). Trova medici e infermieri, tutti volontari. Il Policlinico finisce in tutti i telegiornali e giornali d'Italia. Si entra nel dettaglio. Ci vorranno quindici giorni affinchè si realizzi la volontà degli Englaro. Il presidente della Regione Tondo, su suggerimento - molto probabile - di Saro, dice che si può fare. L'ad del Policlinico dichiara in conferenza stampa che la Regione deve assumersi le sue responsabilità: loro, dice, sono pronti. Sacconi, dal ministero, dice che la cosa non s'ha da fare e che ci saranno conseguenze per le strutture ospedaliere che applicheranno la sentenza. Tondo lo benedice perchè gli toglie le castagne dal fuoco e gli da la possibilità di ritornare in quella zona grigia dove adora soggiornare. Saro si è nel frattempo compromesso. Ha fatto la regia, sembrava che tutto funzionasse alla perfezione e che il Friuli Venezia Giulia sarebbe apparsa al resto del mondo come l'area radicaldestra d'Italia: rispetto per i diritti civili, visione avanzata del mondo, laicismo ecc. ecc.
Sacconi viene smentito da Berlusconi in persona (il premier è uno smentitore professionista). Sulla riva del Tevere in piena si stanno spianando i fucili e non è il caso di aprire contenziosi. Forse Saro è a conoscenza di quello che sta accadendo al Ministero e dello scambio di telefonate di fuoco.
Tondo deve vedersela con il suo assessore alla sanità che aveva detto che la Regione non avrebbe accolto la ragazza, deve vedersela però anche con Saro e con Beppino e con Agosto. L'intreccio si infittisce e la trama si complica quando comincia a immaginare le bottiglie di acqua davanti al Benvenuto e in piazza Unità. Nel frattempo l'opinione pubblica si divide ancora. Quelli che sostenevano che andava bene sospendere l'alimentazione non sono d'accordo sui quindici giorni di supplizio. Chi passa davanti al Policlinico Città di Udine tocca ferro nel migliore dei casi. I giornali non accennano ad abbassare il tiro: le notizie che spaccano in due il paese sono quelle più redditizie per l'audience. Si getta acqua sul fuoco. Lo fa Saro, lo fa Tondo che nei panni del pompiere ci si ritrova perfettamente. Si chiede un attimo di riflessione, una richiesta di silenzio stampa che parte dagli Englaro, dal Policlinico e dalla politica locale. I cosiddetti preti d'assalto condividono tutto, l'arcivescovo si scandalizza, Corgnali - che studia da arcivescovo - si indigna. Si capiscono meglio gli interessi e gli intrecci. Ci sono volontari che si organizzano per continuare ad assistere la ragazza, medici che innestano microchip risveglianti nel cervello, ragazze risvegliate, ipotesi di possibilità di deglutizione. Tutto viene rimesso in discussione. Saro temporeggia. Lui sa che il tempo è galantuomo. Le ostilità con il mondo cattolico potrebbero essere un rompicapo. Si spera che il Natale acquieti gli animi. Al Policlinico tutto è pronto. Potrebbe essere una buona idea di marketing o forse no. Si mette di mezzo l'Unione Europea che dice che è tutto legittimo: la Cassazione ha parlato chiaro e chi si è intromesso non risulta nemmeno parente della moritura

Alla Dorina, che da sei anni è alla Quiete in quel mondo sospeso che non ci è dato indagare, il sondino dell'alimentazione ha fatto venire un'infezione. Glielo hanno tolto e adesso la nutrono via endovena. Pare, dicono, che voglia andarsene. La pressione crolla, ritorna, l'ossigeno, le notti lunghe. Soffre? Nessuno lo sa e tutti la circondano con amore sperando che resti.

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