16 gennaio 2009

La clinica dice no

La casa di cura «Città di Udine» ha detto no: non è più disponibile ad accogliere Eluana Englaro per attuare la sentenza che autorizza la sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione artificiale della donna, in stato vegetativo da 17 anni. A pesare sul passo indietro della struttura sanitaria sono state le polemiche scoppiate in questi mesi e le possibili conseguenze per l'annunciato intervento ministeriale.

LA NOTA - «Siamo costretti a ritirare la disponibilità ad ospitare la signora Eluana Englaro e l'equipe di volontari esterni per l'attuazione del decreto emesso dalla Corte d'Appello di Milano il 9 luglio 2008 e ratificato dalla Corte di Cassazione a sezioni riunite lo scorso novembre - ha reso noto la clinica 'Città di Udine' - per il "groviglio" di norme amministrative e la possibile sovrapposizione di competenze esistenti tra Stato e Regioni». «Gli approfondimenti condotti - è detto in un comunicato - portano a ritenere probabile che, nel caso si desse attuazione all'ospitalità della signora Englaro, il ministro potrebbe assumere provvedimenti che metterebbero a repentaglio l'operatività della struttura, e quindi il posto di lavoro di più di 300 persone, oltre che di quelli delle società controllate, e i servizi complessivamente erogati alla comunità». La Casa di cura di Udine, che si è detta rammaricata per quanto accaduto, ha reso noto di aver ricevuto attestati di stima praticamente da tutta Italia.

IL PADRE - «Rispettiamo la decisione contraria assunta dalla Casa di Cura Città di Udine dopo l'atto di indirizzo del ministro Sacconi - hanno dichiarato Beppino Englaro e l'avvocato Franca Alessio, rispettivamente padre e curatrice speciale di Eluana - e non abbiamo altro da aggiungere». Ma la battaglia continua: Alberto Defanti, il neurologo che da anni segue Eluana, ha affermato che si muoverà subito «in cerca di un'altra struttura».

L'INTERVENTO DEL MINISTRO - A pesare sulla decisione della casa di cura c'è dunque l'intervento del ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, che un mese fa bloccò il trasferimento di Eluana nella struttura sanitaria udinese dalla clinica di Lecco dove è ricoverata. Il ministro aveva definito 'illegale' la sospensione del trattamento di alimentazione e idratazione artificiale su pazienti in stato vegetativo nelle strutture del sistema sanitario nazionale.

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