30 gennaio 2009

GERLA O NON GERLA


Uno dei punti più deprimenti del Friuli è all'uscita dall'autostrada alla Carnia (località Amaro). Lo sanno i temerari che si sono azzardati ad aprire un centro commerciale proprio lì pensando che gli svincoli portino fortuna agli affari e che adesso stanno pensando a come smobilitare senza farsi troppo male. E' un non luogo non riqualificabile perchè, in quanto non luogo, è destinato a restare tale. Geniale quindi è l'idea della maxigerla, un monumento alla miseria che, se non fosse per i 500 mila euro, sarebbe perfetto in quanto a logistica e simbologia. Essendo di origine carnica, e quindi anima semplice, ho sempre ritenuto che - ma proprio per salvare il salvabile, - quella rotonda (prossimo basamento della prossima inquietante installazione) avrebbe dovuto essere ricoperta di fiori tipo genziane, gerani e margherite mentre l'area verde lì intorno avrebbe dovuto essere falciata con regolarità e magari trasformata in un bel prato dove in primavera spuntano i narcisi e i tulipani e in autunno i ciclamini e in estate forse anche la lavanda. E così un tizio che magari pensa di farsi un week end in Carnia o che che gli viene il ghiribizzo di passare per Tolmezzo per andare a Cortina, vedendo il prato fiorito e la rotonda piena di colori pensa di essere arrivato in un posto dove ci sono i fiori anche alla finestre, la gente è simpatica, si mangia bene e tutto il resto. Perchè funziona così. I simboli producono degli effetti stupefacenti, agiscono sull'umore e la percezione, predispongono a star meglio o peggio. Gerla? No, grazie.

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