12 ottobre 2009
11 ottobre 2009
TARCISIO MIZZAU'S STORY
IL PENSIERO 1
Ascoltato dalla commissione cultura, ha criticato l’operato del conduttore televisivo: «Con la sua gestione gli abbonati della prosa non sono cresciuti»
«Teatro senz’anima, Mirabella poco presente»
Audizione di fuoco: il presidente del Cda Mizzau accusa il direttore artistico
«La scarsa, saltuaria presenza dei direttori artistici, e in particolare del direttore artistico prosa che ha molti potenziali interlocutori sul territorio, è un punto di debolezza del Giovanni da Udine». Non solo. Secondo il presidente della Fondazione teatro Nuovo Giovanni da Udine, Tarcisio Mizzau è anche avvertibile un altro rischio.
Quello che non avendo avviato una produzione o quantomeno una coproduzione il Teatro «venga visto da molti come un puro contenitore senz’anima, un non luogo dove la gente passa senza mai sentire di farne parte». E per finire: «Gli spettacoli di prosa registrano una frequenza non soddisfacente di pubblico». Quella che doveva essere una semplice audizione del presidente sulle linee generali del Piano culturale prosa si è insomma trasformata in una sorta di atto d’accusa al direttore artistico Michele Mirabella. Perché, sollecitato da una ventina di domande del capogruppo del Pd, Agostino Maio, alla fine Mizzau ha dovuto fare un’analisi a raggi X di tutta l’attività portata avanti da Mirabella. E i risultati non sembrano lusinghieri, anche se Mizzau ha più volte ripetuto che dal punto di vista contrattuali «Mirabella è stato inappuntabile». Anche se le sue presenze nell’arco di un anno, secondo la stima di Mizzau non sono state più di 30, «Due volte al mese oltre alle occasioni particolari» a fronte di uno stipendio di 82.500 euro (50mila come direttore artistico, 20mila come sovrintendente e 12.500 come rimborso spese).
Maio ha chiesto anche quali sono gli altri incarichi ricoperti da Mirabella e se i suoi impegni sono compatibili con quello svolto al Giovanni da Udine, una delle poche domande questa che ha colto “impreparato” Mizzau il quale ha illustrato l’andamento degli abbonati per la stagione di prosa: «Tra prosa e operette erano 4.130 nell’ultimo anno di Rodolfo Castiglione – ha dichiarato – scesi a 3.823 nel primo anno di Mirabella e a 3.663 nella stagione 2008-2009 quando però ci sono stati 343 abbonati a una formula mista. Abbonamenti non certo cresciuti contrariamente a quanto accaduto con la musica che ha visto passare gli abbonati da 2.069 della stagione 2007-2008 a 2.210».
Alta anche l’età media degli abbonati: basti pensare che sotto i 30 anni ce ne sono soltanto 188 e la “classe” più presente è quella della fascia di età tra i 60 e i 70 anni che annovera 964 “iscritti”. E non è finita: il “mi vogliono cacciare” pronunciato da Mirabella dopo aver da poco rinnovato il contratto per un anno secondo Mizzau ha danneggiato l’immagine del teatro al punto da essere considerata “una dichiarazione inaccettabile”. Quello che invece non accetta il capogruppo del Pdl Loris Michelini sono le “ingerenze del Comune che mettono a rischio l’autonomia del Cda” (ma Mizzau ha negato rivendicato la sua indipendenza) mentre, sempre nel corso della commissione Cultura, l’esponente della Lega nord Barbara Zelè ha chiesto un direttore artistico friulano “per valorizzare la cultura del territorio».
Da Il Messaggero Veneto del 15 settembre 2009
Cristian Rigo
Giovanni da Udine, nuovi abbonamenti: cifra record al termine della prima giornata
UDINE – Dopo gli ottimi risultati raggiunti dal Giovanni da Udine, in questi giorni, con le tre fasi iniziali della Campagna Abbonamenti 2009/2010, si è chiusa nel segno di una cifra record la prima giornata dedicata ai nuovi abbonamenti e ai nuovi tipi di abbonamento: nell’arco di otto ore, infatti, ne sono stati sottoscritti 840, superando così anche il ragguardevole numero dello scorso anno.
E’ un momento di grande soddisfazione per chi tiene al Giovanni da Udine: il pubblico – ha commentato il Presidente della Fondazione Teatro Nuovo, Tarcisio Mizzau – riconferma il proprio amore e la propria attenzione per l’offerta artistica del Teatro e questo prezioso risultato deriva da un coordinato lavoro di squadra. Un grazie e un plauso, dunque, vanno al team operativo del Teatro, che ha svolto con efficienza il suo lavoro, benché assordato da voci sopra le righe che tentano di danneggiarne l’immagine.E un caldo abbraccio – ha poi aggiunto il Presidente Mizzau – va al pubblico, che riconferma la propria fiducia nella gestione del Teatro con un’indicazione molto chiara: al di là di tutte le polemiche in corso, il Giovanni da Udine è una realtà solida e mantiene la barra del timone dritta sul raggiungimento degli obiettivi della Fondazione, operando con ponderatezza. Il pubblico avverte che i suoi interessi vengono tutelati con equilibrio».
IL PENSIERO 2
Nella mattinata dell’8 settembre un comitato di cittadini ha promosso una raccolta di firme per sostenere il rinnovo del contratto a Michele Mirabella, che a loro dire ha ottimamente svolto il compito di direttore artistico. Rifiutano le presunte ingerenze politiche “apprese dalla stampa” tantopiù che “l’assessore Luigi Reitani non è nemmeno stato eletto ma è stato nominato e non rappresenta i cittadini” mentre il teatro “appartiene agli spettatori e ai cittadini di Udine”
lettera del presidente Mizzau diffusa l’8 settembre
Mi è stato chiesto da più parti di commentare la petizione, la raccolta di firme, il fatto insomma che in città c’è chi si muove per mantenere il dottor Michele Mirabella come direttore artistico prosa al Teatro Nuovo Giovanni da Udine oltre la fine di quest’anno. Non posso commentare la petizione perché non la conosco, e non è serio che il Presidente della Fondazione si pronunci sul sentito dire. Posso però esprimere le mie impressioni sul fatto che la scelta del direttore artistico prosa del Giovanni da Udine sia diventata oggetto di pubbliche iniziative, che fazioni pro e contro Mirabella si siano formate in città, che si sia pensato ad una sorta di apparente referendum. Una prospettiva romantica, passionale, a cui guardo con simpatia.
Sono tenuto però a chiamare in causa la realtà: è responsabilità e dovere del consiglio di amministrazione della Fondazione scegliere il direttore artistico prosa con metodo il più possibile razionale, basando la decisione su programmi di politica culturale e valutazioni distaccate, non su slanci emotivi.
Al dottor Michele Mirabella va riconosciuta grande bravura nel dipingere con colori sgargianti vicende normali, nel narrare come straordinario un fatto banale. Un incarico conferitogli per la durata di un anno è diventato nelle sue parole cacciata, bando, proscrizione. Il fatto che qualche consigliere della Fondazione condivida un’opinione di uno dei soci diventa appiattimento, sottomissione, plagio. Non continuo: le capacità affabulatorie di Mirabella sono note; e generalmente apprezzate.
Ancora una volta vanno ricordati i fatti veri: il contratto di consulenza che lega il direttore artistico al teatro è stato firmato dal sottoscritto, come Presidente del Giovanni da Udine, e dal dottor Mirabella; scade il 31.12.2009; non prevede per Mirabella privilegi oltre la data di scadenza, né limita il suo diritto di candidarsi per gli anni successivi.
Una strada ragionevole per scegliere il direttore artistico prosa per gli anni 2010 e 2011 è stata decisa dal consiglio di amministrazione della Fondazione, con voto unanime dei consiglieri presenti, nella riunione del 17.07.2009: prevede che sia innanzitutto approvato un documento con gli indirizzi di politica culturale del consiglio (il piano culturale prosa); successivamente i consiglieri potranno presentare uno o più candidati, che saranno ascoltati dal consiglio; sarà infine scelto il candidato che il consiglio riterrà più idoneo a realizzare il piano culturale prosa.
E la petizione, le firme? Considererò petizione e firme benvenute (se e quando arriveranno), come atto di affetto verso il Giovanni da Udine e verso il suo attuale direttore artistico prosa, in carica, non va dimenticato, per decisione del consiglio di amministrazione attuale. Eventuali commenti sul testo della petizione sono rinviati a quando lo conoscerò.
Tarcisio Mizzau
Presidente Fondazione Teatro Nuovo Giovanni da Udine
La riunione del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Teatro Nuovo Giovanni da Udine, iniziata alle 15.00 del 4 settembre con la presenza di tutti i componenti, si è interrotta durante la trattazione del punto due all’ordine del giorno, “Discussione e approvazione del Piano Culturale Prosa 2010-2012”, poiché i Consiglieri Renato Stroili Gurisatti, Gianni Nistri e Claudia Giorgiutti hanno abbandonato la sala, rendendo impossibile il proseguimento dei lavori per mancanza del numero legale.
Le richieste tassative dei Consiglieri appena citati, poste quale condizione per il loro rientro, erano due: prima, che si rinunciasse alla approvazione del Piano Culturale Prosa da porre come base della scelta del Direttore Artistico Prosa per il prossimo biennio; seconda, che si mettesse sotto esame l’operato dell’attuale Direttore Artistico Prosa Michele Mirabella, lui presente, per escluderlo dall’incarico cui il Piano si riferisce qualora i risultati della sua azione fossero stati giudicati insufficienti o confermato qualora fossero stati trovati soddisfacenti. Si sarebbe così interrotto l’iter per la scelta del Direttore Artistico Prosa, approvato all’unanimità dei presenti nel precedente Consiglio di Amministrazione, che prevede l’invito di alcuni candidati e la scelta sulla base della loro maggiore idoneità a realizzare il Piano.
I Consiglieri dissidenti sostengono che il Consiglio non dovrebbe formulare alcun Piano Culturale, lasciando totale libertà al Direttore Artistico Prosa: la pretesa va però contro lo Statuto della Fondazione, che prevede che il Direttore sia responsabile per l’elaborazione e definizione dei programmi del settore di sua competenza «sulla base delle linee di politica culturale indicate dal Consiglio di Amministrazione» (art.14). Il Piano Culturale Prosa era stato posto all’esame del Consiglio proprio per conformare l’azione della Fondazione alle prescrizioni statutarie.
Il Presidente della Fondazione, dottor Tarcisio Mizzau, si dice molto dispiaciuto per l’accaduto. Ritiene «scorretta la posizione dei Consiglieri dissidenti, due dei quali hanno approvato a fine luglio la procedura di scelta del Direttore Prosa e non solo hanno ritenuto oggi di contraddirsi, ma hanno cercato con una manovra scorretta di imporre il loro punto di vista a tutto il Consiglio. Il danno provocato al Teatro e alla città, impedendo il funzionamento di un organo democratico come il Consiglio di Amministrazione è grave e ricade su chi lo sta provocando».
«Infine – conclude il Presidente Mizzau – devo dire forte: fuori la politica dal Consiglio di Amministrazione. Sbandierando inesistenti condizionamenti di parte, questi Consiglieri ritengono di poter sacrificare gli interessi del Teatro a scopi che niente hanno a che fare con la buona conduzione di un’istituzione culturale che deve operare libera da manovre di schieramento».
Qualora si dovesse constatare che il Consiglio, subito riconvocato per il prossimo 11 settembre, non è più in grado di funzionare, il Presidente sarebbe tenuto a provvedere all’ordinaria amministrazione, convocando l’Assemblea dei soci della Fondazione per la soluzione del problema.
da gazzettino 24/9/2009 che ospito e diffondo -
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LE OPERE
Tarcisio Mizzau è laureato in Economia e Commercio, ha alle spalle una lunga carriera di dirigente industriale, ha pubblicato per FrancoAngeli Innovazione per la qualità , è Presidente della Stazione Sperimentale per la Seta.
Seta per filati discontinui un libro di Tarcisio Mizzau - L. M. Velo
Questo manuale vuole essere utile a chi ha il compito di acquistare e trasformare nastri pettinati di seta e roccadini di seta: gli addetti agli uffici acquisti, i tecnici di stabilimento, i creativi che progettano i filati di seta pura o i misti, in mischia intima di fibre di seta con fibre di cashmire, di lana e altre fibre naturali. Lo scopo è infatti quello di fornire un aiuto sistematico, per quanto possibile completo, all'utilizzo dei test di laboratorio per giudicare le materie prime di seta per filati discontinui in modo oggettivo. Vengono date indicazioni sulle attrezzature di laboratorio utili, su come usarle, anche se spesso nate per fibre diverse dalla seta, su come interpretare i dati.La Stazione Sperimentale per la Seta (SSPS) è un ente pubblico economico, di diritto privato, al servizio del settore serico. La maggioranza dei consiglieri di amministrazione sono designati dalle associazioni imprenditoriali del settore serico. Ha un organico fisso di sei ricercatori e altrettanti tecnici di laboratorio e assume ulteriore personale di ricerca a progetto.
La principale attività svolta è la ricerca applicata in campo serico e, più generalmente, tessile. Esegue inoltre analisi (tests) su fibre, filati, tessuti, coloranti, ausiliari tessili. Svolge attività di formazione specialistica nel tessile e collabora con gli enti di normazione.
Nella comunicazione impiega un ampio spettro di iniziative: pubblica la rivista La Seta, distribuisce propri pieghevoli sulla seta, vende il kit didattico Setaviva, sostiene il peso dell'organizzazione del European Silk Award, pubblica testi tecnici.
Per ulteriori informazioni potete rivolgervi alla Stazione Sperimentale per la Seta, via Giuseppe Colombo, 83, 20133 Milano - E-mail: info@ssiseta.it
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KIT DIDATTICO SETAVIVA (da www.ssiseta.it)
SETAVIVA kit didattico porta il baco in aula in qualunque periodo dell'anno per supportare un progetto didattico ricco e coinvolgente: biologia degli insetti, storia e geografia, economia e moda, arte ed ecologia.
SETAVIVA kit didattico porta vita nella scuola: interesse e passione negli alunni, curiosità nei genitori, memorie nei nonni. Modernità e tradizione in un prodotto originale, di costo contenuto e di potenzialità rilevanti.
Com'è nato SETAVIVA kit didattico
SETAVIVA kit didattico è nato in seguito alle sollecitazioni degli insegnanti di scienze delle scuole elementari e medie che chiedevano di reperire il seme bachi (le uova) per organizzare un piccolo allevamento in classe. Esperienze condotte in molti paesi dimostrano che l'osservazione diretta dei fenomeni biologici rappresenta una delle più efficaci e moderne risorse didattiche. Sono state necessarie sperimentazioni e collaborazioni scientifiche a livello universitario per pervenire ad un prodotto sicuro, adatto all'aula scolastica e di facile utilizzo.
Che cos'è SETAVIVA kit didattico
È un piccolo laboratorio, specializzato e moderno, contenente tutto l'occorrente per un ciclo completo di vita del baco da seta. SETAVIVA kit didattico fornisce le uova, le confezioni di mangime, le scatole d'allevamento con il controllo della temperatura, le istruzioni dettagliate per l'uso e un libro d'approfondimento.
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OPERE 2 (storia)
Lunedì 9 ottobre 2006 in Sala Ajace, Mario Turello presenterà il romanzo di Tarcisio Mizzau "Il fôr Martin", "Il forno Martin", originale in friulano con traduzione italiana a fronte. Sarà presente l'Autore. Saranno letti dei brani del libro da parte degli allievi della Civica Accademia "Nico Pepe" di Udine.
"Il forno Martin" racconta due modi di affrontare la vita, da parte di due giovani che rispondono in modo spontaneo e naturale a situazioni molto diverse, mentre cercano una loro strada nella vita. Simon vive a Udine, e trova lavoro nell'acciaieria in cui ha lavorato il nonno, e in cui tutti i lettori potranno riconoscere la vecchia Safau. Supera normali difficoltà, s'innamora, arriva al matrimonio. Pablo invece vive a Cordoba, in Argentina, e si trova in mezzo a un sollevamento popolare, represso nel sangue. Riesce a scappare e approda a Udine, col sogno rivoluzionario nel cuore. L'intreccio delle due storie porta a momenti di tensione e opposizione, che si risolveranno alla fine del lungo racconto, mentre entrambi i giovani stavano vivendo una loro storia d'amore.
Tarcisio Mizzau, laureato in economia e commercio alla Cattolica di Milano, ha alle spalle una lunga carriera come dirigente industriale, gestendo importanti progetti di ristrutturazione aziendali. Ha pubblicato libri tecnici in italiano ed è presidente di un ente di ricerca tessile. In campo letterario scrive testi narrativi e teatrali in friulano. Con il Il fôr Martin", "Il forno Martin", tradotto in italiano da Barbara Cinausero, è stato segnalato al premio letterario "San Simon" di Codroipo.
10 ottobre 2009
IL TEATRO CHE VORREBBE
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Un’altra istituzione che ha visto uno dei suoi primi interventi è il teatro nuovo. Perchè?
Anche in questo caso, vorrei prima sottolineare che il teatro a Udine non è solo il teatro Giovanni da Udine: esiste un sistema molto più articolato in cui ci sono il Css, teatro regionale di innovazione, l’Accademia civica, le associazioni, la stagione di Scena Aperta, per non parlare del Cec e del Visionario, se allarghiamo la visuale anche al cinema. Il Giovanni da Udine è solo una delle componenti di questo sistema, anche se è o dovrebbe essere la principale.
Il suo intervento è stato piuttosto critico. Che cosa c’è che non va, secondo lei?
Innanzitutto la gestione: finora ci si è attenuti più a una logica contabile piuttosto che cercare di impostare una politica culturale.
Da che cosa dipende?
Non lo so. Forse nella scelta del presidente che ha più caratteristiche tecnico manageriali, più che culturali. Forse nei criteri di nomina dei consiglieri: a parte la Nonino e la Baracetti, tutti di nomina politica.
Che cosa cambiare?
Dal punto di vista della struttura, direi i criteri di nomina dei consiglieri: bisogna metterci delle persone di cultura, a prescindere dagli orientamenti politici. In questo senso ho rivolto un appello al presidente della Regione Tondo e della Provincia di Udine Fontanini.
Non crede sia un po’ utopistico?
No. Anche se politicamente la pensiamo in modo diverso, ho molta stima personale di Tondo, dell’assessore Molinaro e di Fontanini.
E Mirabella che cosa dice?
Il problema non è il direttore artistico. Finora nessuno mai gli ha fatto un discorso. La questione vera è proporgli un progetto culturale e vedere se è disposto a impegnarsi, anche con un’adeguata presenza, per portarlo avanti.
Com’è il teatro che piacerebbe a lei?
Un teatro centro di cultura, che oltre a dare spettacoli, si riempia ogni giorno, o quasi, di eventi collaterali. E poi, un teatro aperto allo scambio con le regioni confinanti: innanzitutto musicali.
08/07/2008
AFFINITA' ELETTIVE
La multiforme attività culturale di Lievi include anche traduzioni di Goethe, Hölderlin, Rilke e Botho Strauss. Autori di lingua tedesca amatissimi dall'assessore Reitani che ha curato, ad esempio, il libro di Waiblinger dedicato a Holderlin di cui qui è riprodotta la copertina.
Le affinità culturali tra i due forse spiegano la tenacia di Reitani nel volere Lievi al teatro di Udine.
Luigi Reitani, qui con un lago alle spalle, insegna letteratura tedesca e austriaca all'Università di Udine. Ha tradotto opere di Ingeborg Bachmann, Thomas Bernhard, Elfriede Jelinek, Friederike Mayröcker, Friedrich Schiller, Arthur Schnitzler.
Per la collana I Meridiani di Mondadori ha tradotto e commentato la prima edizione italiana integrale delle liriche di Friedrich Hölderlin, di cui ha anche rivisto il testo critico tedesco (Tutte le liriche, Milano 2001, 2004).
L'OPERA DI LIEVI
NEL TEMPO
(2001-2004)
Gennaio 2008
17 x 12 cm
69 pagine
ISBN 8888845616
11.00 euro
Di questo volumetto sono stati ultimati presso la Tipolitografia S. Eustacchio trecento esemplari, cento dei quali contengono, fuori testo, una litografia di Mauro Staccioli, stampata a mano su carta Arcoprint Fedrigoni.
Cesare Lievi è nato a Gargnano del Garda nel 1952. Per il teatro ha pubblicato Fratelli, d’estate, Tra gli infiniti punti di un segmento, Variété, Un monologo, Festa d’anime e Fremde im Haus (Francoforte 2007).
Le sue raccolte di poesia sono Stella di cenere (Marsilio 1994), Altrove qui (L’Obliquo 1998) e Ardore infermo (Scheiwiller 2004).
Ha tradotto Goethe, Hölderlin, Rilke e Botho Strauss.
Dal 1996 è direttore artistico del CTB, Teatro Stabile di Brescia.
Il morire - intendo la vita -
è bello, o meglio
vorrei che fosse così: divorare
andare dentro, bruciare da dentro
e poi galleggiare nel tempo
come un’anatra, un cigno inutile
e perfetto nella sua forma, e quieto
e giusto.
Il PENSIERO DI LIEVI
Jon Fosse è il drammaturgo norvegese al cui lavoro, come si può intendere dall'intervista qui riportata al prossimo direttore artistico del Giovanni da Udine, si è appassionato Cesare Lievi. Per meglio capire il pensiero e il mondo di Jon Fosse è utile leggere l’intervista rilasciata a Rodolfo di Giammarco e contenuta nel volume Teatro. A proposito dei meccanismi che portano alla stesura del copione, si legge: ''Non uso mai direttamente esperienze personali, se lo facessi la mia scrittura ne soffrirebbe. Devo scrivere partendo dal niente, tutto deve essere nuovo, per così dire. E per farlo, devo in qualche modo allontanarmi, devo sentirmi come una persona che esegue un lavoro, che consiste nello scrivere (…). Quando scrivo mi pongo in ascolto, della realtà forse, o forse di qualcos’altro – a man mano che avanza il testo, procede sempre più verso ciò che ho già scritto – e quello che scrivo è esattamente ciò che è giunto a me dall’essermi posto in ascolto''. In un’altra intervista Fosse dichiara che i suoi personaggi teatrali sono ''voci'' e non ''corpi''.
Mentre in provincia ci sforziamo di capire quale sarà il modello culturale al quale si ispirerà l'attività di Lievi, a Roma Jon Fosse - proprio in questi giorni - è oggetto di analisi in un laboratorio teatrale dedicato al suo lavoro.
Laboratorio intensivo sul teatro di JON FOSSE
Condotto da Alessandro Machìa
dal 8 al 17 Ottobre 2009
Teatro allo Scalo (via dei Reti, 6 – San Lorenzo -)
Lo scopo del laboratorio è quello di approfondire il lavoro dell’attore attraverso lo studio della drammaturgia frugale di Jon Fosse, il ruolo del silenzio come creatore del Senso e la ricerca dell'inespressività come risultato intenzionale del lavoro con e sull'attore.
Il laboratorio si articolerà secondo due linee portanti:
ANALISI E DECOSTRUZIONE DELLA PAROLA IN FOSSE
Analisi della partitura testuale dei testi di Jon Fosse (decostruzione e rapporto detto/non-detto) / Lavoro sull'inespressività espressiva della recitazione fossiana / Microfisica del ritmo e della ripetizione della parola / Il rapporto silenzio/parola in Fosse / Analisi attiva del ruolo (etjud)
LAVORO SUL CORPO E SULLO SPAZIO
Analisi microscopica del gesto e del movimento dell’attore / L'attore nello spazio vuoto / Intenzionalità del proprio corpo (sguardo, gesto, movimento) / Improvvisazione sul testo / Improvvisazione su musica
Il laboratorio è rivolto a giovani attori\attrici e allievi attori\allieve attrici che abbiano avuto esperienze pregresse di laboratori intensivi e nell’ambito dello spettacolo dal vivo in generale.
Num. di partecipanti: min 8 – max 20 / Costo: 200 EURO (50h di stage)
L'Inverno del Centro Teatrale Bresciano. Intervista a Cesare Lievi
Cesare Lievi (photo: vivicentro.org)
Fra i teatri al di fuori del capoluogo lombardo, il Ctb di Brescia rappresenta una delle realtà più dinamiche e attive della regione, non solo per le grandi ospitalità ma anche per le produzioni.
La stagione si articola sulla disponibilità, oltre che di numerosi teatri della provincia, anche di due veri e propri gioielli architettonici come il Teatro Sociale e il Santa Chiara. Da alcuni anni direttore artistico del Ctb è il regista Cesare Lievi, fautore, insieme all'amministrazione del teatro, di un vero e proprio centro di eccellenza che, pur con scarse risorse, riesce a portare all'attenzione nazionale spettacoli come La Badante, produzione dell'anno passato che ha riscosso un notevole interesse di pubblico e critica e che sarà in tournèe per tutto il 2008/09.
In questi giorni, e fino al 14 dicembre, è in replica al Santa Chiara, in prima nazionale, la nuova regia di Lievi, Inverno, di Jon Fosse nella traduzione di Graziella Perin, interpretato da Sergio Mascherpa e Giuseppina Turra e prodotto dal Ctb: uno spettacolo, insomma, realizzato tutto all'interno della scuola bresciana.
La relazione d'amore misteriosa e ambigua raccontata dal drammaturgo norvergese è stata premio Ubu per la drammaturgia straniera nel 2004, quando Valter Malosti ne curò una messa in scena.
La storia è quella di un incontro casuale tra un uomo d'affari sposato e con figli e una donna borderline, forse prostituta, forse tossicodipendente. La scena si apre proprio sulla panchina su cui la ragazza è adagiata dopo una notte di sconvolgimenti. Le vite si incrociano, le parole e i silenzi - in uno spazio e in un tempo che la regia cerca di non definire - rimangono sospesi fra senso e nonsense.
La panchina di un parco o una stanza d'albergo sono i luoghi in cui si svolge quella che nell'interpretazione registica appare più come una proiezione del desiderio maschile che un incontro vero e proprio. A questo parrebbe alludere, nel finale, l'apparizione di una scena dietro la scena, a svelare la dimensione onirica e il doppio mondo.
A parte qualche eccesso sia aulico che goliardico nel commento musicale, che oscilla in una banda piuttosto ampia da Wagner al Ballo del qua-qua, lo spettacolo, e il suo provocatorio linguaggio, sono una prova per confrontarsi con le evoluzioni delle nuove drammaturgie.
Storia impossibile o incontro di fragilità. Abbiamo incontrato il regista Cesare Lievi a margine della presentazione dello spettacolo alla stampa, ponendogli alcune domande su Inverno e sulla stagione del Ctb.
REITANI, LIEVI, MIRABELLA. LO SPETTACOLO E' SERVITO.
Cesare Lievi, è un poliedrico personaggio del mondo teatrale: regista, autore, attore, amato per quel suo stile che lo colloca di diritto nell'olimpo della cultura italiana. Sarà lui, da gennaio in poi, a definire le linee guida della cultura teatrale locale che non potrà non risentire della sua visione moderna e all'avanguardia dello spettacolo. Nel video qui sotto, Lievi parla di se stesso e del suo lavoro e le assonanze con l'assessore che tanto sta facendo per averlo a Udine sono palesi.
Di tutt'altra pasta, come si può vedere qui sotto, il direttore artistico dimissionato del Giovanni da Udine, Michele Mirabella. Un guitto rispetto a colui che sarà il suo successore.